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martedì 27 aprile 2010

Més que un partit

Mi ha scritto un amico tifoso del Barça. Se volete toccare il cielo, dovrete conoscere l'inferno prima. Mi pare abbia reso l'idea. Alla perfezione. Adoro le vigilie di sfide importanti. Si percepisce, anche nella quotidianità, che c'è qualcosa di altro, che andrà a modificare il tuo stato d'animo. Se in positivo o in negativo lo sapremo solo tra qualche giorno. Voglio fare un plauso, in ogni caso, ai tifosi culé (così vengono chiamati gli appassionati del F.C. Barcelona) per come stanno caricando questa sfida. In quella città, per quella gente, il Barça non è semplicemente una squadra di calcio. E' uno stile di vita. E' un simbolo di appartenenza. E' qualcosa che va oltre. Il Barça è Més que un club, come recita il motto. Difficile da capire, per chi non ne fa parte. E questa semifinale è més que un partit. Per arrivare in Paradiso è necessario scendere all'Inferno. Domani, 20,45, Camp Nou.
al.ba.

sabato 24 aprile 2010

Chissenefrega!

Fabrizio Corona ha dichiarato che la sua love story con Belen è finita. Lei gli avrebbe distrutto la casa. La soubrette smentisce. Sostiene che non è affatto finita. Ha rotto solo due piatti. Chissenefrega?
al.ba.

venerdì 23 aprile 2010

L'altra storia

Tempo fa, nelle case di tutti gli italiani, venne recapitato il libro Una storia italiana. Narra le vicende di un uomo che dal nulla ha saputo creare un impero. Soldi a palate, potere, fino a raggiungere la presidenza del proprio Paese. Ve ne racconto un'altra, di storia. Sentite qua. C'è un Paese dove il Presidente del Consiglio, proprietario di televisioni e giornali, attacca tutti. Attacca i Giudici (toghe rosse), i direttori dei giornali (Boffo) che osano criticarlo, gli avversari politici (Prodi), financo i fedeli alleati (Fini). In questo Paese, che oramai guida da 16 anni (pur con qualche pausa) non esiste opposizione. Gli unici a provare ad uscire dal coro sono un comico (Grillo) in collaborazione con un piccolo partito (Idv, Di Pietro), che alcuni sostengono essere di sinistra (?), ed il Presidente della Camera dei deputati (di nuovo Fini). Avete capito bene. L'avversario? Per il momento temporeggia. Ci sarà sicuramente dietro una strategia politica con i contro-coglioni. Bersani per ora si defila, cerca di non apparire troppo, ma siamo tutti certi che alla prima occasione, al primo spiraglio, azzannerà l'avversario come una belva ferita. Il Pd fa quadrato attorno al suo leader. D'altra parte sarebbe inelegante attaccare qualcuno che sta litigando con un proprio alleato. Lasciamo che se la vedano tra loro e attendiamo buoni buoni. Il Pd è un partito senza identità. Il Pd, il più importante partito di opposizione, non vuole andare alle elezioni. Ora che la maggioranza si sta maciullando a suon di insulti in piazza e carognate, loro, quelli della sedicente sinistra, preferiscono attendere. La verità è che sono così deboli che perderebbero anche queste elezioni. L'altra verità è che in Italia non esistono più destra e sinistra. Volenti o nolenti, Berlusconi è il centro di tutto. Chi sta con lui (e convenzionalmente gli si attribuisce l'etichetta di destra) e chi sta contro di lui (la sinistra). E' molto triste che un Paese ricco di tradizione, di cultura politica come il nostro sia stato trascinato alla deriva in questo modo. In attesa di tempi migliori, ecco l'altra, brutta, storia italiana.
al.ba.

lunedì 19 aprile 2010

Pollice verso

Sono davvero curioso di sapere quale sarà la decisione del Giudice sportivo, atteso, domani, a diffondere i nomi degli squalificati di Serie A. Sono curioso di sapere cosa succederà al Pupone, che dopo aver vinto il derby contro la Lazio, si è lasciato andare ad un festeggiamento inusuale: il pollice verso. Lo stesso degli imperatori romani quando non gradivano uno spettacolo. Cosa avrà voluto dire? Forse, li spingiamo in Serie B? Sono sempre più sotto? Non c'è stato spazio per le spiegazioni. E anche le sue scuse, giunte in serata per stemperare i toni, sono parse tardive. Sicuramente inutili per i tifosi laziali. Vedremo che cosa accadrà, ma io mi aspetto non meno di 3 turni di squalifica per il '10' giallorosso. Se è vero, come è vero, che a Mourinho, per l'ormai celebre gesto delle manette, gliene sono stati affibiati altrettanti. Dopodiché, complimenti alla Roma e a Ranieri (chissà cosa ne pensano al quartier generale Juve...). Ci vuole coraggio (e anche un pizzico di follia) a togliere Er Capitano (Totti) e Capitan Futuro (De Rossi), sotto di un gol nella gara più sentita di tutte. Poteva essere un suicidio (sportivo). Ma la fortuna (spesso) aiuta gli audaci. E la fortuna a questa Roma non manca davvero. Ma sta davanti a tutti e bisogna farle i complimenti. Un imperatore romano, senza esitazione, alzerebbe il pollice al cielo.
al.ba.

mercoledì 14 aprile 2010

Merano, Italia

E' di appena due giorni fa la tragica notizia della frana che ha colpito il trenino di Merano. Nove morti: sono tanti. Eppure la cosa non ha suscitato tutto il clamore che altre drammatiche (e affini) vicende hanno, invece, prodotto. Perché? C'è come la strisciante allusione che se un fatto accade a Merano, al confine con l'Austria, ci coinvolga meno di uno che succede a Napoli, o a Rimini, o a Palermo. In realtà il fatto, gravissimo e sfortunatissimo, deve interessarci al pari delle frane di Messina o Sarno. Quel che dovremmo chiederci, semmai, è perché, in meno di 48 ore l'inchiesta abbia nell'ordine già perfettamente ricostruito la vicenda e prodotto otto avvisi di garanzia. Addirittura il pomeriggio stesso della tragedia risultava immediatamente ripristinato il servizio di navetta che il treno regolarmente effettuava. Nessuno ha chiesto lo stato di calamità naturale. Nessuno ha rilasciato dichiarazioni strazianti davanti alle telecamere. La morte è uguale per tutti, si converrà. Qui, non c'è stata spettacolarizzazione in alcun modo. Tutti uniti, in un dolore composto, con l'obiettivo di ricostruire e ripartire, quanto prima. Invece di considerare questa tragedia come un qualcosa di altro, un-qualcosa-di-teutonico-che-non-ci-riguarda, prendiamo esempio dai nostri fratelli meranesi. Importiamo anche in altre realtà (italiane) questa efficienza. Se possono farlo loro, può farlo chiunque. In fondo è successo a Merano, Italia.
al.ba.

giovedì 8 aprile 2010

British humour

Ci sono un'italiana, una spagnola (rectius, catalana), una francese e una tedesca. Sembra l'incipit di una barzelletta e invece sono le fab four di Coppa Campioni. Gli inglesi, che ci attaccano sempre, stavolta se le guarderanno in tele le partite. E dire che per una volta ci avrebbe fatto comodo una vittoria loro: perché il Bayern (che ha eliminato lo United) mette a repentaglio il primato dell'Italia sulla Germania nel ranking FIFA, col rischio (concreto) che tra due anni in Champions vadano solo le prime tre classificate in campionato. Non rimane che tifare tutti insieme appassionatamente per l'Inter. Per il calcio italiano, ovviamente. Pensate un attimo: se fra due anni la Juve si trovasse in una posizione di classifica uguale a quella di quest'anno, raggiungere la zona Champions sarebbe un'utopia. Quindi, fratelli gobbi, abbracciamoci tutti e vogliamoci tanto bene. Anche le vostre fortune passano dai piedi del Principe e soci. Non è una barzelletta, ma questa storia fa davvero ridere.
al.ba.

lunedì 5 aprile 2010

Inter...cettati

Ho manifestato a più riprese la mia fede interista. Mi sono sempre schierato a difesa dei colori neroazzurri. E non smetterò di farlo ora. Dopo un'infanzia ed un'adolescenza calcisticamente complicate (per usare un eufemismo), non credo potrò mai abbandonare la mia squadra. Ora che si è alzato l'ennesimo polverone sul mondo del calcio, chiedo a gran voce, a nome di tutti gli amanti del pallone, che si faccia chiarezza. Confesso di non aver seguito attentamente questa ultima vicenda-intercettazioni (per motivi personali ben più importanti), ma rimango saldo nei miei principi. E se qualcun altro ha sbagliato, beh, che paghi. Anche se quel qualcuno rappresenta la mia squadra. Basta con i maxi sconti e gli indulti per i potenti.
al.ba.