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mercoledì 29 dicembre 2010

Zero due. Sempre

Qualche giorno fa dovevo chiamare la Consob per chiedere alcune informazioni. Vado sul sito e cerco i contatti. Ci sono due sedi. Una a Roma e l'altra a Milano. Non so perché, ma il prefisso 02 mi dà - da sempre - maggiori garanzie di qualsiasi altro. Compongo. Tre squilli e Consob sono Sara in cosa posso aiutarla? Precisa, spigliata e decisa. Era proprio Sara che stavo cercando.
Può mettermi in contatto con qualcuno dell'ufficio conciliazione?
Sono spiacente ma di questo se ne occupa la nostra sede di Roma. Non si preoccupi provvedo io a passare la chiamata a Roma. Un minuto di squilli a vuoto e metto giù. Qualcosa non avrà funzionato nel passaggio di chiamata, penso. Riprovo. E questa volta compongo direttamente lo 06. E' libero. Tuu tuu tuu... Niente. Anche il secondo tentativo va a vuoto. Mi armo di pazienza e provo per la terza volta. Ancora diversi squilli a vuoto e poi... Conzobb mi risponde un tizio con aria piuttosto irritata. Mi spiace se ho interrotto la lettura del Corriere dello sport, ma avrei bisogno di una informazione. Avrei voluto dirglielo. Avrei dovuto, forse. Roma-Milano: quando si dice, sottili disuguaglianze. Nel dubbio: zero due, sempre.
al.ba.

martedì 28 dicembre 2010

Benvenuto Leo

Quando i milanisti urlavano che i nostri giocatori sono attaccati alla maglia perché al Milan è diverso, è una famiglia io alzavo le spalle e facevo una smorfia. Non ci credo. Però le migrazioni milanesi erano tutte in un'unica direzione: dall'Inter al Milan. Da Pirlo e Seedorf, passando per Brocchi, Ronaldo (ah, che colpo al cuore), fino a Mancini e Ibra. E' stato Galliani a fomentare questa cosa, più di ogni altro. Il flirt con Balotelli (che, sono certo, sarà rossonero a giugno) ne è l'ennesima conferma. Oggi, invece, le certezze dei milanisti sono molte di meno. Leo non è che il primo tassello, in attesa di qualche ulteriore colpo di scena. Le bandiere (purtroppo o per fortuna?) non esistono più. E se quello che ieri era un tuo antagonista oggi ti offre una poltrona, perché dire di no? Leo mi piace (da tempi non sospetti). Non tanto come tecnico (anche se l'anno scorso con un Milan sottotono ha centrato un più che onorevole terzo posto), quanto piuttosto come uomo immagine. Ricorda in tante cose Pep Guardiola. Ha classe, carattere (grandiosa la risposta a Narciso...), esperienza, un bello stile, una splendida compagna, parla 5 lingue e lascia intravvedere qualcosa che mancava al vecchio Rafa. E' un comunicatore. Non pretende di insegnare calcio, ma si propone come gestore di risorse umane. All'Inter, in fondo, non serve altro. In attesa dell'altro brasiliano, diamo il più caloroso benvenuto al nostro nuovo mister: Leonardo Nascimento de Araújo.
al.ba.

mercoledì 22 dicembre 2010

Catanzaro, è qui la festa

Dev'esserci qualcosa che non funziona nel sistema italiano se è vero - come è vero - che durante l'esame di stato per diventare avvocato tenutosi a Rimini nei giorni 14-15-16 dicembre, nel momento in cui è stato comunicato che la commissione che avrebbe corretto gli scritti era Catanzaro, l'aula è esplosa in un boato. Una roba che nemmeno al gol di Grosso contro la Germania. Almeno così mi hanno riferito. Dietro tutta quella formalità, quella precisione (di facciata) c'è davvero tanta approssimazione. Un amico di Roma mi ha riferito, per converso, che la notizia che sarebbe stata Milano a correggere i loro compiti è stata salutata con molto meno entusiasmo. Che fine ha fatto l'aequitas con cui si sciacquano la bocca tutti i nostri giuristi? Un esame scritto a penna, corretto da Nord a Sud da centinaia di persone diverse, senza alcun criterio oggettivo, può davvero decidere il destino di migliaia di candidati?
al.ba.

martedì 21 dicembre 2010

Calciatore, attore e giornalista italiano

Che strana è la vita. Proprio nel giorno in cui Barbara Berlusconi invita l'Onorevole Carfagna ad avere un briciolo di pudore (che abbia letto il post del mio blog :)?) scopro con enorme stupore che Elisa Triani conduce un telegiornale (se tale può definirsi Studio Aperto). Su wikipedia viene definita conduttrice televisiva, ballerina e giornalista italiana. Come cazzo si fa ad essere tutta questa roba alla volta? Io me la ricordavo col culo mezzo di fuori canticchiando Uhllallauhllallauhllallallà a Passaparola, al fianco di Jerry Scotti. Oggi era in abito scuro, castigatissima a leggere le ultime dal mondo. Strana davvero, la vita. E dire che ieri ho avuto il privilegio e la fortuna di conoscere in prima persona Milena Gabanelli vero esempio di giornalismo che mi ha detto che con l'impegno e la tenacia si possono ottenere grandi risultati. E oggi, la Triani mi è apparsa per urlarmi in faccia l'esatto contrario. Chissà che un giorno non diventi anche io un calciatore, attore e giornalista italiano?
al.ba.

martedì 14 dicembre 2010

Tutto come prima

Rassegnamoci. Ce l'ha fatta di nuovo. E d'accordo che con una maggioranza così risicata sarà complicatissimo governare, però, al di là di tutto, l'unica cosa che possiamo dire è che, appunto, ce l'ha fatta ancora lui. Ha vinto quando c'erano Bossi, Casini e Fini. Ha vinto quando se n'è andato via il democristiano. Poi gli si è ribellato anche l'altro alleato. Tutti pensavamo (e speravamo) che fosse la fine e invece, con un colpo di coda, tutto è come prima. Non credo che eventuali elezioni avrebbero spazzato via i problemi, anzi. Berlusconi oggi è l'unico politico in grado di radunare attorno a sé una maggioranza. Il suo resta il primo partito italiano. E a noi non resta che rassegnarci. Perché fin che non deciderà lui, continueremo ad averlo tra i piedi.
al.ba.

domenica 5 dicembre 2010

Lettera a Mara Carfagna

Cara Mara,
ho letto un articolo in cui dici che l'Italia è maschilista. Che quello che dice una donna viene spesso ritenuto di scarsa importanza e che, insomma, siete tutte discriminate. Cara Mara, hai ragione. L'Italia è un paese molto maschilista. Lo è a cominciare dal suo Primo Ministro, che non ha mai nascosto di considerare la bellezza e l'aspetto fisico delle sue pidielline. Una come la Bindi, tanto per capirci, anche se fosse la reincarnazione di Einstein, nel suo partito non troverebbe spazio. Cara Mara, come possiamo fare a cambiare questa mentalità? C'è da dire, cara Mara, che se non avessi avuto il passato che hai avuto, forse i tuoi appelli alle pari opportunità avrebbero maggiore risonanza e credibilità. Pensavi davvero mentre ti fotografavano nuda, leccando la buccia di un limone, di fare dei passi avanti verso un'Italia meno maschilista? E' assurdo dirlo, ma se oggi sei ministro della Repubblica lo devi al tuo passato di showgirl semivestita. Quindi abbi almeno il buon gusto di tacere. Goditi il tuo status di privilegiata e pensa a quante donne belle, intelligenti e vestite sono senza lavoro. Credo che dei tuoi appelli non sappiano che farsene.
al.ba.