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mercoledì 25 agosto 2010

Coda di paglia

Ci spieghi il Sig. Elkann come si fa a vincere. E ci spieghi anche perché se la prende tanto se il presidente Moratti dice E' meglio comprare giocatori stranieri piuttosto che comprare le partite. Si è forse sentito accusato di qualcosa? Ci dica comunque lui, come si vince. Restiamo in attesa. Il principio espresso da Moratti è sacrosanto. Nessun doppio senso. Parafrasandolo Io compro giocatori stranieri, il regolamento me lo consente: mica ho fatto qualcosa di illecito! Potrà essere l'Inter la causa dei mali del calcio italiano? Che c'entra l'Inter con gli stadi vetusti? Che c'entra l'Inter se la gente non va più allo stadio? Che c'entra l'Inter col flop sudafricano? Piuttosto si ricordi che la squadra nerazzurra ha un vivaio eccezionale, dal quale sono stati sfornati (solo per fare qualche esempio) Balotelli, Santon, fino a Bonucci (recentemente comprato dalla Juve per 15 milioni...). D'altro canto nel nome Internazionale si racchiude il pensiero e la filosofia del club senza necessità di tante spiegazioni. Una volta si diceva Perde perché non ha italiani. Oggi non va bene perché Vince, ma non ci sono italiani. No signori. Vince perché è più forte. E sempre coerente con la sua gloriosa storia.
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lunedì 23 agosto 2010

Raccolta differenziata

Fare una cosa male è come non farla. Anzi, è peggio che farla. Già da diverso tempo a questa parte, nel mio quartiere è possibile effettuare la raccolta dei rifiuti differenziata. Vetro. Plastica. Rifiuti organici. Indifferenziata. Da un po', purtroppo, è sorta una complicazione. Il raccoglitore dell'indifferenziata (chissà perché soltanto lui, poi) è diventato automatico. Occorre una tessera per aprirlo e depositare i rifiuti. Fin qui, nessun problema. Il guaio è che la fessura per inserire i sacchetti con l'immondizia dentro è piccolissima. Un cazzo di feritoia angusta che non agevola il compito dei volenterosi cittadini. Siamo alle solite. Il principio (differenziare) è giusto; l'idea (computerizzare il meccanismo) può essere corretta (anche se andrebbe rivista qualche cosa, a mio parere); il risvolto pratico è però disastroso. Si finisce così, con cumuli di sacchetti (troppo grandi per la fessura) a lato dei cassonetti...che restano vuoti! D'estate, col caldo, potete immaginare l'odore. Insomma una cazzata pazzesca. E alla fine ti passa anche la voglia di differenziare.
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domenica 8 agosto 2010

Louis Vuitton

Ho sempre detestato quelli che, appena poco più grandi di me, dicevano Ai miei tempi era diverso. Uno che ha 7-8 anni in più, non può parlare dei suoi tempi come di un qualcosa differente rispetto ai miei. Crescendo, devo ricredermi. Ai miei tempi si andava a scuola con lo zaino Invicta. D'accordo, possiamo discutere sulla (non) bellezza dell'oggetto. Io ne avevo uno verde e viola e riguardandolo oggi è difficile pensare che mi potesse piacere. In ogni caso, finita l'era-Invicta ha preso avvio l'epoca degli Eastpack. Ossia: in armonia con la moda e con le tendenze cambiavano anche le forme degli zaini.
Oggi gli zaini non si usano più. Ho visto ragazze di 16-17 anni andare a scuola con la borsa di Louis Vuitton. Ammiro molto Vuitton, chiunque esso sia, perché gli oggetti con la sua griffe sono in ogni dove. Lo ammiro anche di più perché è riuscito a fare di una fantasia (mi sento di dire oggettivamente) brutta, un marchio di fabbrica che fa tendenza. Che costa molto e che molti comunque comprano.
Il punto del ragionamento non è però questo. Il punto è che oggi le ragazze non usano più lo zainetto (di marca), ma la borsetta (griffata). Non è un semplice cambio di moda. E' un cambio più profondo, più radicale. Lo zaino (sia esso Invicta, Eastpack o Mattel) è la valigetta da lavoro dei ragazzi. La borsa è qualcosa di diverso. Insomma oggi ci sono 16enni laccate, truccate, in tacchi e gonna che vanno a scuola in borsa. Mi sembra fuori luogo. Ai miei tempi era diverso.
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sabato 7 agosto 2010

Studio Chiuso

Ieri mi sono imbattuto nell'edizione pomeridiana di Studio Aperto. E' partita la (prevedibile) campagna anti-Fini. Il primo quarto d'ora del "tg", generalmente dedicato alla vicende di delfini&gorilla, è stato interamente occupato dal MontecarloGate e la casa monegasca di Elisabetta Tulliani, compagna del Presidente della Camera. Dopo il primo (dettagliatissimo) servizio sui metri quadri, l'indirizzo, fino ai campanelli del citofono degli inquilini dello stabile della discordia, è andata in onda un'intervista a Luciano Gaucci, imprenditore in rovina, che ha lasciato l'Italia per un maxi-indebitamento ed ora vive da rifugiato al sole dei Caraibi. Gaucci è l'ex fidanzato della Tulliani. L'ha attaccata dall'inizio alla fine del servizio, con l'eleganza che gli riconosciamo. Premesso che è giusto che si facciano le indagini sui presunti giri loschi, mi abbandono a due considerazioni al volo. a) Come si può sostenere che in Italia non esista il conflitto di interessi? La casa monegasca è stata scoperta da Il Giornale (indovinate di chi è?) e la polemica viene rintuzzata dai telegiornali di Silvio ogni due per tre. Siamo sicuri che la scoperta sia così recente? Oppure è esploso il bubbone ora che Fini e Berlusconi sono ai ferri corti? b) Fini ha parlato a più riprese di questione morale, ma si è fidanzato con una ex di Luciano Gaucci, non proprio uno spot alla moralità. Un po' arrivista la signora, che passa con sorprendente nonchalance da un ricco imprenditore ad un potente uomo politico...diciamo che sa il fatto suo. In Romagna si direbbe La va per te, Elisabetta.
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giovedì 5 agosto 2010

Italian style

Quando Berlusconi si candidò alle ultime elezioni promise, tra le tante cose, di eliminare l'Ici sulla prima casa e di non mettere mano nelle tasche degli italiani. L'Ici l'ha tolta, ma sono state introdotte tasse equivalenti comunali. Come a dire, cambia la forma, ma non la sostanza.
E le tasche degli italiani sono state toccate. Eccome. Riporto un piccolo esempio, tratto dalla mia esperienza quotidiana. In Tribunale c'è stata una maggiorazione del 10% sui contributi unificati. Non scenderò in dettagli noiosi. Diciamo che quasi per ogni pratica in Tribunale occorre pagare dei diritti allo Stato sotto forma di marche da bollo e contributi unificati. Un'aumento del 10% ha un'incidenza mostruosa sia in capo agli addetti ai lavori e di riflesso (soprattutto!) su coloro che hanno necessità di rivolgersi ad un legale.
Per ovviare a tali rincari si sono studiati degli stratagemmi. Riferisco fedelmente quando sentito nei corridoi del Tribunale qualche tempo fa. A Napoli si è creato il business dei contributi unficati falsi. Per 50 Euro ti vendono contributi da 340 falsi. Non mi esprimo. Mi deprimo. Pensare che sedicenti uomini di legge facciano cose del genere è davvero disgustoso.
Tasche frugate, insomma, quelle dei poveri italiani. E soldi gestiti malissimo dalle istituzioni. Ieri a tavola chiacchieravo con un amico ed è venuta fuori quella che dev'essere una prassi consolidata di molti lavoratori stagionali. I quali lavorano per 78 giorni d'estate prendendosi un decoroso stipendio stagionale e poi vivono di disoccupazione per i restanti 283, lautamente stipendiati dallo Stato. Aveva ragione Silvio: non toccheremo le tasche degli italiani (disonesti).
al.ba.