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venerdì 26 marzo 2010

Luttazzi show

Ascoltando Luttazzi a Raiperunanotte mi sono reso conto di quanto brutta sia la nostra televisione. Luttazzi può piacere o no. A me piace, senza farmi impazzire. Ma uno come lui ci deve stare. Penso per un attimo ai programmi della nostra tv in chiaro e rimango senza parole. Se uno mi chiedesse qual è il mio preferito non saprei che dire. Il Chiambretti show, forse, ma lo fanno un po' tardi. E poi? C'è un programma su Rai Tre che si occupa proprio della monnezza che passa il tubo catodico. E' bellissimo, Tv Talk. Peccato che non l'abbia visto quasi mai. Lo danno alla mattina del sabato, dalle 9. Appena un programma si discosta dalla melassa tutta uguale che ci propinano ogni giorno, immediatamente viene posizionato in fasce orarie fuori portata. O all'alba (del sabato, ad esempio), o ben dopo il tramonto. Dando spazio nelle ore centrali e serali della giornata a robaccia inutile e sempre uguale a se stessa. Mi viene in mente che il programma dove cantavano i bambini di Jerry Scotti (che lo ha fatto per secondo) ora viene riproposto con un altro nome sulla Rai. Conduce la Clerici. La De Filippi e la Ventura imperversano con la loro poltiglia sempre identica dalla sera alla mattina, con cadenza quotidiana. Hanno addirittura assegnato uno show a Gigi D'Alessio (?). E uno come Luttazzi, un po' volgare magari, ma innovativo e originale, sono 8 anni che non si presenta più in tv. Non ci resta che Sky.
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giovedì 25 marzo 2010

Sani principi

Oggi abbiamo tutto (in senso di libertà). E vogliamo di più. Subito. Zero attese, solo pretese. Ma forse bisognerebbe avere pazienza. Vedo tante 14enni, che paiono donne fatte e vissute e mi viene da ridere. Anche se forse sarebbe meglio piangere. Non soltanto le ragazzine si concedono in giovanissima età, ma vengono bruciate definitivamente anche tutte le altre tappe. A 20 anni ci sono ragazze con tre storie importanti alle spalle, magari anche qualche convivenza. Credo che sia il modo migliore per perdere tutto. Perdere l'adolescenza, perché si fanno cose da adulti in quegli anni; perdere l'idea di amore, perché dopo tante delusioni ci si disillude; perdere il momento giusto per costruire una famiglia. E infatti sono sempre di più le neomamme 40enni. E poi c'è la generazione di mia nonna, già citata in uno degli ultimi post. Si sposa, 3 figli, quindi, a 39 anni, rimane vedova. Si sbatte, lavora e suda per crescere i suoi. Da sola. Un vero esempio per me. Una donna tenace, senza fronzoli, molto concreta. Una donna d'altri tempi. Di quelle che, purtroppo, non esistono più.
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lunedì 22 marzo 2010

Santi e santoni

Sono rimasto molto colpito dagli episodi degli ultimi giorni. Sette religiose con migliaia di adepti. Madri disposte a sacrificare sessualmente le proprie figlie, oltreché se stesse, per avere dei vantaggi dai propri superiori. Penso, insomma, che ci sia tanta gente, ma proprio tanta, che ha perso la testa. Che si rivolge a maghi, o sedicenti tali, per scampare dal malocchio, che va a farsi leggere le carte da artisti della truffa e che immagina che il proprio guru, in cambio di una prestazione sessuale, possa aiutarla in questa vita o in quella che verrà. Poi penso alla Chiesa. E benché mi sforzi con tutto me stesso fatico a trovare grosse differenze. Per chi non lo sapesse la Chiesa riconosce i preti esorcisti, quelli cioè, deputati a scacciare il Diavolo. Non è che ci sia tanta differenza con i riti delle Bestie di Satana, tanto per fare un esempio. Se erano folli quelli perché lo invocavano, Satana, lo sono anche questi, che si battono per cacciarlo. Rimango (molto) perplesso anche quando i media discutono sulla necessità o meno di santificare immediatamente o meno Padre Pio, per esempio. Senza voler apparire blasfemo, credo che ci si debba occupare di faccende un po' più serie. Alla fine è tutta scaramanzia. Superstizione allo stato puro. Ma mi pare buffo e scorretto qualificare l'una come una cosa giusta e l'altra come una truffa. Lo sono entrambe. Entrambe fondano la propria esistenza sulla debolezza umana e sulla disperazione delle persone. Che differenza c'è tra uno che chiama un esorcista perché gli allontani il Diavolo da casa e uno che si rivolge a un mago perché gli tolga il malocchio? Quel poveretto, non viene sempre e comunque preso per i fondelli?
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mercoledì 17 marzo 2010

Non è un Paese per giovani

Se i fratelli Coen fossero stati italiani, il loro film sarebbe stato Non è un Paese per giovani. L'Italia non è un Paese per giovani. Punto. Ora che è scoppiato l'ennesimo scandalo politico, ora che la destra organizza una manifestazione a Milano, dopo che la sedicente sinistra ha protestato a Roma, ora che sono di nuovo tutti contro tutti, senza un'idea del perché si scenda in piazza, nessuno si è accorto che a manifestare sono sempre gli stessi. E' mai possibile che Emma Bonino, nata a Bra 62 (sessantadue!!) anni fa sia il candidato del PD? Il volto nuovo della sinistra (?) che avanza? E' mai possibile che i Primi ministri inglese, francese, spagnolo e tedesco oltreché statunitense e via discorrendo abbiano tra i 40 e i 50 anni e il nostro 74? E' normale che il Presidente della Repubblica sia un ultraottantenne? Per tutto e per tutti c'è un tempo. Nessun viso nuovo nella classe dirigente? Come facciamo a stare al passo coi tempi? Mia nonna, 81 anni, non sa cosa sia una mail. Fatica a scrivere un sms e tutto sommato non posso darle alcuna colpa. Credo che Napolitano e forse anche Berlusconi potrebbero avere di questi problemi. Non è colpa loro, ci mancherebbe. Ma una ventata d'aria fresca, dopo oltre 15 anni, sarbbe un toccasana. E forse i bamboccioni, se venisse data loro qualche occasione in più, riuscirebbero a riscattarsi.
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domenica 7 marzo 2010

Milan l'è semper Milan

C'è qualcosa di non ben definito che mi piace di Milano. Non può essere l'aria, che odora di fumi. Ma l'atmosfera sì. Quell'accento lumbard che mi mette il buon umore. Quel nonsoché di frizzante che si respira per le vie del centro. Milano è grigia, Milano è invivibile, c'è un traffico mostruoso. Insomma Canten tuc lontan da Napoli se moeur ma po' i vegnen chi a Milan. Ho sempre adorato le città con la metro. Quel melting pot tipico dei grandi centri. Certo, anche la provincia ha i suoi lati positivi, ma la metropoli mi ha sempre affascinato. E ogni volta che torno a Milano sento una vocina che mi chiama e mi dice di provare a fermarmi lì. Efficienza, serietà, dinamismo. Gente che si sbatte, che si confronta, che vuole crescere. Dai pettinati con la macchina del papi agli immigrati nelle vie della stazione. C'è tutto. Non tutto è bello. Ma è impossibile - per me - restare indifferente.
al.ba.

mercoledì 3 marzo 2010

Nove anni e cento pugnalate dopo

Omar di Erika&Omar è libero. Nove anni dopo l'efferato duplice omicidio, per uno dei due assassini si sono schiuse definitivamente le porte del carcere. Bisogna rispettare la volontà del ragazzo che dice Lasciatemi in pace, voglio solo stare tranquillo. Bisogna, però, riflettere su tutta la vicenda. Credo che in Italia troppe cose non vadano. Penso che un personaggio del genere non possa essere libero come un qualunque altro cittadino. La funzione del carcere, è vero, è quella di rieducare. Qui siamo, però, davanti ad un episodio di straordinaria violenza e pericolosità. E davanti a tale eccezionalità occorrono misure adeguate. Omar ha l'identikit del killer spietato. Capace di commettere un delitto mostruoso. Se non lo avessero scoperto, non si sarebbe consegnato alle autorità. Mi domando: dinanzi ad un raptus di follia, siamo certi che non si ripeterebbe? No. Per tale ragione ritengo che personaggi col suo profilo debbano essere sorvegliati, se non in prigione, quanto meno in strutture alternative. Se prendesse in affitto un appartamento nel mio condominio non mi sentirei tranquillo. Ciascuno di noi paga il proprio passato. Non dico che lo si debba crocefiggere. Ma nove anni e cento pugnalate dopo penso che si dovesse fare qualcosa di più. In memoria di una madre e un bimbo che non ci sono più. In difesa di tutta la comunità.
al.ba.

martedì 2 marzo 2010

L'importante è essere veri

Ieri sera mi sono guardato quasi tutta la puntata del Grande Fratello. Impresa titanica, che non mi sento di consigliare. Una delle inquiline, uscita dopo 120 giorni di prigionia, era ospite in studio e si discuteva dei suoi comportamenti all'interno della Casa. Ha avuto qualcosa come sei flirts in meno di quattro mesi, con uomini e donne (ma non è questo il punto) ed il risultato è che lei è una ragazza vera. Magari un po' spregiudicata (le hanno detto così), ma comunque vera. E se qualcuno si azzardasse anche solo a pensare l'unica cosa che si deve pensare in casi come questi, verrebbe immediatamente tacciato di essere un bacchettone moralista. Purtroppo questo è lo specchio della nostra società. Dove se sai urlare, prevaricare le altre persone e sbattertene di tutto e tutti ci fai un figurone. Perché sei vero. E sei un personaggio positivo. Quindi l'insulto, l'arroganza, la maleducazione, l'amoralità, l'insensibilità - a patto di essere sempre veri, naturalmente - sono tutte delle qualità straordinarie. Senza le quali è difficile farsi strada. C'è forse qualcosa che non va?
al.ba.