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sabato 30 ottobre 2010

Porca puttana!

Ci mancava solo il Bunga-Bunga. Perché per il resto c'era tutto. Questo va a mignotte, non importa se minorenni; rende ministro o consigliere soubrette e veline di bassa lega; si fa leggi ad uso e consumo e personale; ha processi in tutto il mondo che lo vedono imputato; ha società off shore e paradisi fiscali che lo ospitano; si permette di chiamare la polizia per far liberare una ragazzina colpevole di furto: una ladra, cazzo; e questo qua può fare il Primo Ministro! No, non siamo in Africa, siamo in Italia! Basta! Il Dragone e le (mica tanto) vergini avvertì tempo fa Veronica Lario: che si tolgano tutti di torno! Un giovane su quattro è disoccupato e l'insegnamento che ci arriva dall'alto è: non importano le tue qualità, se sei bona entra nelle grazie di uno giusto e sei a posto. Oramai non provano nemmeno più a nasconderla, questa prassi. E' alla luce del sole. E la cosa più grave è che ce ne stiamo abituando.
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venerdì 29 ottobre 2010

Forever young

Qualche tempo fa parlavo con un'amica che si sente una sedicenne intrappolata nel corpo di una di ventisette. Questa sua frase mi ha fatto riflettere: com'erano belli i sedici anni! Dove tutto era possibile. A quell'età non esistono montagne che non possano essere scalate. Ti senti già adulto. Studi filosofia e sei un po' filosofo. Ancora puoi diventare un calciatore o uno strepitoso chitarrista. O un dj, o un rampante avvocato o un giornalista o uno scrittore. Quando crescerò sceglierò la cosa migliore. Sette-otto-dieci porte aperte. Padrone del proprio destino. Il problema (credo sia un problema veramente!) è quando alla soglia dei 30 ti senti ancora un po' tutto, ma non sei ancora niente. Quanti sono i sedicenni intrappolati? E quando sarà il da grande?
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giovedì 28 ottobre 2010

Orgoglio Gobbo

Sono di ieri le dichiarazioni di Andrea Agnelli dove manifesta la sua stima nei confronti di Luciano Moggi. Mi affido al dizionario italiano. Stimare: avere buona opinione, apprezzare. Sono d'accordo, anzi d'accordissimo che il nipote del grande Gianni si senta in obbligo nei confronti dei tanti tifosi bianconeri di difendere a spada tratta la sua squadra. E' giusto che la Juventus (per lui) venga prima di tutto. Quindi è corretto prendersela con Moratti, odiare (sportivamente) l'Inter, la Roma, il Milan e compagnia. Ciò che non è accettabile è stimare una persona che, al di là delle condotte di altri, ha oggettivamente agito in modo scorretto. Oggettivamente. Come si fa ad apprezzare un qualcosa di oggettivamente negativo? Sì, ma anche Facchetti blabla. D'accordo, supponiamo che anche altri dirigenti si fossero comportati male: li dobbiamo stimare tutti? Come si fa ad avere una buona opinione ed apprezzare il comportamento (disonesto) di un proprio rappresentante? L'orgoglio a volte rischia di accecare. Moggi è un personaggio sporco, squallido. Non può e non deve essere stimato. E' lui che ha portato al punto più basso della sua ultracentenaria storia la Juve. E' lui che ha screditato in maniera clamorosa il nostro calcio dinanzi al mondo intero. Davvero questo è orgoglio gobbo. Nel senso di (di)storto, sgangherato, contorto. Qualcuno disse Il bel tacer non fu mai scritto. Parole sante.
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sabato 2 ottobre 2010

Generazione di fenomeni

Riporto una lettera trovata su FB. Non è farina del mio sacco, ma sottoscrivo ogni virgola. Eravamo ragazzi e ci dicevano: "Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita". Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: "Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!". Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: "Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?". Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr. zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli - per senso di responsabilità - e crescemmo. Così ci dissero, dall'alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni '60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: "Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia". E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: "Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili". A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il "Sistema Italia" fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: "Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?". A quel punto non potemmo che rispondere: "Andatevene affanculo!".
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