Il day after c'è già chi dice che il vento è cambiato. Che tutto sarà diverso, che Berlusconi è al capolinea. Tra questi ci sono anche molti esponenti del Pd. Attenzione, signori. Il Pd non ha affatto vinto. Diciamo che per la prima volta da che esiste si è trovato al posto giusto nel momento giusto. E ha potuto approfittare della debacle dei propri avversari. Ma questo movimento, che nacque per diventare la voce democratica della sinistra, ancora non è autonomo. Anzi, l'affermazione di Grillo, che al primo turno ha rosicchiato voti a destra e a manca, ci dice una cosa molto precisa: la gente è insoddisfatta e manifesta il proprio malumore dando appoggio a chi non rappresenta la Politica con la P maiuscola. E in più non possiamo non notare che i due grandi successi elettorali di Milano e Napoli sono figli di candidati di sinistra, ma che non appartengono al Pd. Insomma, va bene la sconfitta altrui, ma siamo sicuri che il Pd, da solo, sia in grado di diventare la maggioranza di questo paese? No, nella maniera più assoluta. Se si votasse domani, per vincere dovrebbe allearsi con Idv, Sel e sinistra più estrema. Avrebbe bisogno insomma di una maggioranza allargata. Un'evidente contraddizione, se pensiamo che il Pd nacque proprio con l'intento di riunire sotto un'unica bandiera i moderati di sinistra, dopo la caduta del governo Prodi che una maggioranza allargata non fu capace di gestirla. Cautela dunque. L'avversario è alle corde, ma non ancora ko.
al.ba.